Biografia

Alessandro Fronterrè nasce a Siracusa nel 1993. Nel 2017 si laurea al D.A.M.S. (Discipline delle Arti, Della Musica E Dello Spettacolo), alla Facoltà di Lettere e Filosofia, presso l’Università di Bologna, con una tesi su Fotografia e Surrealismo.

Sin dall’adolescenza dimostra una naturale inclinazione verso l’arte, in particolare verso la fotografia e la poesia, due differenti forme di espressione attraverso cui esprime la sua visione della vita essenzialmente fondata su una concezione illusoriamente dualistica dell’esistenza, che viene tuttavia percepita dall’uomo come un campo di forze contrarie che si scontrano e tendono alla riconciliazione. Ed è proprio a partire da questo scontro, da questa illusione di un’inarrestabile opposizione di forze vitali nel mondo, che il suo interesse verso l’arte fotografica cresce e si fa strada, acuendosi, col tempo, a dismisura. Poiché ciò che qui vi è in gioco è lo statuto stesso dello strumento fotografico e la sua natura sospesa in bilico tra la restituzione del vero e quella di una realtà del mondo reinventata. I continui rimandi al mondo esterno e alla sua essenza più profonda divengono il nucleo essenziale del suo lavoro. Mondo fisico e mondo delle Idee si fanno dunque l’uno testimone dell’altro, con l’intento precipuo di mostrare come la fotografia non si riduca a mera riproduzione della realtà circostante, ma di come essa piuttosto la trascenda, assurgendo così a mediatore tra il mondo reale – la materia –  e quello spirituale – la pura essenza. Perché come egli afferma: «Il tutto mira verso un punto di non ritorno, verso il superamento del limite, oltre il conflitto, oltre la dualità, oltre le certezze della materia, in un luogo dove tutto è amore, quiete e riconciliazione».

Questo forte interesse per l’arte lo ha condotto negli anni alla frequentazione di studi fotografici dove ha appreso e studiato l’arte della fotografia, senza mai rinunciare ai passaggi tecnici di sviluppo e stampa in camera oscura.

Studi che si sono rivelati indispensabili, e gli hanno consentito di riconoscere quali erano le esigenze che lo avevano spinto verso l’arte fotografica, un approccio che è poi divenuto sempre più consapevole. Da questa consapevolezza è maturato in lui un particolare “approccio al vedere”, che gli ha consentito di individuare le possibilità offerte dallo strumento fotografico, ma anche i suoi limiti. Individuatene le possibilità, all’inizio si è principalmente dedicato al reportage. In seguito, constatandone i “limiti”, ha cercato altre possibili strade; ne ha individuata una: ha cambiato totalmente registro e ha sempre più mirato alla smaterializzazione del reale.